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L’Approccio Capacitante

29 mar 2024

L’Approccio Capacitante è una metodica messa a punto nel 2000 dal Dott. Pietro Vigorelli, medico e psicoterapeuta che da anni si occupa di ricerca, formazione e cura della persona anziana. Il Dott. Pietro Vigorelli è il fondatore del Gruppo Anchise

L’Approccio Capacitante è una metodica messa a punto nel 2000 dal Dott. Pietro Vigorelli, medico e psicoterapeuta che da anni si occupa di ricerca, formazione e cura della persona anziana. Il Dott. Pietro Vigorelli è il fondatore del Gruppo Anchise, affiliato alla Federazione Alzheimer Italia. L’Approccio capacitante si basa sulla capacità degli operatori e dei familiari di gestire diversamente la relazione interpersonale con gli anziani fragili e/o dementi (soprattutto quelli ricoverati nelle  RSA), basandosi su un uso più efficace del linguaggio e della comunicazione.Ha come obiettivo la realizzazione di una Convivenza sufficientemente felice fra gli anziani, i loro caregiver e gli operatori.Il metodo utilizzato è il Riconoscimento delle competenze elementari ed è utilizzabile in diversi contesti. In una relazione con un anziano fragile o con demenza, molto spesso ci si focalizza sulla fragilità, sulla malattia, sui suoi deficit.Quello che si ignora spesso, specialmente nel caso delle persone con demenza, è la necessità di dover coinvolgere in prima persona gli “assistiti”; si è notato che non si risponde ad un bisogno fondamentale: far sì che la persona possa esprimere la propria opinione su ciò che lo riguarda direttamente.Nel caso di un malato di Alzheimer, anche nella fase avanzata della malattia, si può cogliere ancora l’essenza di una individualità e soggettività. In alcuni momenti particolari, si nota anche la presenza della consapevolezza della propria malattia, il ricordo della propria vita e la presenza di alcune abilità. L’Approccio Capacitante si focalizza sulle capacità e non sui deficit:considera essenziali l’osservazione e l’ascolto attivo dell’anziano al fine di instaurare una relazione di fiducia tra il caregiver e l’ anziano, affinché la persona si senta riconosciuta come protagonista, nonostante il disagio della disabilità; L’intervento non si basa sul fare ma sull’ascoltare. Gli operatori, i familiari e gli anziani assistiti dialogano fra di loro scambiando parole: secondo l’Approccio Capacitante si deve partire dal presupposto iniziale che se le parole degli assistiti (soprattutto quelli affetti da demenza) sono immodificabili, le parole dei caregiver possono essere scelte e cambiate per poter dialogare e trovare soluzioni alternative nelle  situazioni di blocco.

 

 Secondo l’Approccio Capacitante le Competenze elementari sono quelle competenze che permettono all’individuo di sentirsi ancora soggetto consapevole, unico e diverso dagli altri, capace di relazionarsi con gli altri e di influire sul mondo.Le Competenze elementari da prendere in considerazione e da tenere vive sono cinque: la competenza a parlare, a produrre parole indipendentemente dal loro significato. Anche  se  le parole sono tronche, ripetute o prive di senso, anche se la persona con demenza perde il filo del discorso, non riesce a trovare la parola giusta o scambia una persona per un’altra, l’Approccio valorizza l’intenzione di comunicare. Si invita a focalizzare l’attenzione sulla sua capacità di parlare, sull’ascoltare senza interrompere e senza correggere la persona, in questo modo l’anziano non si scoraggia e mantiene più a lungo la sua vivacità, autonomia e relazionalità. la competenza a comunicare si esprime con il linguaggio verbale, paraverbale e non verbale. La competenza emotiva, cioè provare emozioni, riconoscerle e condividerle. la competenza a contrattare  sulle attività della vita quotidiana la competenza a decidere anche in presenza di deficit cognitivi.  I comportamenti oppositivi, di chiusura relazionale e di isolamento possono essere letti come espressioni estreme di questa ridotta competenza di libertà decisionale.

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