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Doll Therapy, la bambola empatica

1 mar 2024

La doll therapy nasce negli anni ’90, ideata dalla svedese Britt Marie Egedius Jakobsson che realizza la prima bambola “speciale” per suo figlio, affetto da autismo.

LA TEORIA DELLA BAMBOLA EMPATICA (DOLL THERAPY)

La doll therapy nasce negli anni ’90, ideata dalla svedese Britt Marie Egedius Jakobsson che realizza la prima bambola “speciale” per suo figlio, affetto da autismo.

Attualmente viene considerata terapia non farmacologica che prevede la possibilità per l’anziano con demenza, di esternare le proprie emozioni e ricevere stimoli per la relazione interpersonale attraverso la bambola empatica.

 

SIGNIFICATO:

  • sentirsi ancora all’interno di un RUOLO (prendersi cura, responsabilità, sentirsi utile e protagonista);

compiere ripetutamente gesti di cura della bambola come vestire e svestire, cullare permette anche all’anziano di avere una migliore cura di sé nelle attività quotidiane


  • Stimolare i RICORDI (esperienze di vita personale);

  • provare affetto, AMORE, tenerezza e serenità;

la Doll Therapy fa leva su ricordi: proprio per questo, la relazione instaurata con la bambola gli consente di risvegliare momenti piacevoli ed emozioni felici vissute anche molto tempo prima.

  • entrare in RELAZIONE, essere in compagnia, bisogno di contatto.

La bambola usata come strumento per creare legami con altri ospiticon operatori e con i familiari. La presenza della bambola è un’opportunità di interazione, con riduzione dello stato apatico e maggiore qualità del contatto con la realtà.

Riduce l’eccesso di rabbia e di ansia, migliora il disturbo del wandering e migliora il ritmo sonno veglia.

 

PROMUOVE:

  • ESPLORAZIONE (toccare, accarezzare, guardare, annusare, massaggiare e strofinare)

e

  • ACCUDIMENTO  (cullare, accarezzare, stringere, controllare, rassicurare, vestire e ninnare).

 

RISPONDE AI BISOGNI PSICOLOGICI:

 importante individuare il bisogno di questa persona e chiedersi a che bisogno rispondo offrendo questo intervento.

- amore;

- attaccamento;

- conforto;

- essere occupati;

- identità;

- inclusione.

 

PUÒ ESSERE SOMMINISTRATA:

- a persone con decadimento cognitivo moderato/severo (indipendentemente se uomo o donna);

- a persone che siano o meno genitore;

- a persone con disturbi del comportamento;

- importante… fare attenzione alla storia personale dell’anziano (analizzare eventuali lutti, perdita di figli, aborti ecc. capire cosa hanno determinato nella persona, come sono stati affrontati);

NON  PUÒ ESSERE SOMMINISTRATA:

-in presenza di anamnesi clinica di disturbo psicotico, bipolarismo, depressione di grado severo;

-quando l’anziano manifesta aggressività a rifiuto deciso nei confronti della bambola stessa.

 

 CARATTERISTICHE DELLA BAMBOLA EMPATICA:


  • Peso: è distribuito in modo che, quando la bambola viene cullata, sembri proprio di tenere addosso un bebè.

  •  Posizione braccia e gambe: la possibilità di metterla seduta, così da poter simulare diverse tipologie di accudimento e aumentare l’interazione, le braccia e le gambe, ad esempio, sono aperte in modo da facilitare l’abbraccio.

  • Dimensione: riproducono dimensioni e peso di un bimbo piccolo, ma le fattezze del volto e i dettagli anatomici sono quelli di un giocattolo, per permettere l’immedesimazione evitando però il più possibile reazioni di spavento o rifiuto da parte dell’anziano.

  • Tratti somatici; relativi alla propria esperienza di vita e cultura.

  •  Materiale: morbido e piacevole al tatto e non troppo somigliante a un bambino vero:

  • Contatto oculare rassicurante: lo sguardo della bambola è orientato in modo che, tenuta inclinata sul braccio sinistro, guardi negli occhi chi la tiene in braccio.

 

la Doll Therapy risulta efficace solo se somministrata correttamente, nel  rispetto dei tempi e delle esigenze dell’anziano. Importante osservare fin da subito se il paziente mostra un interesse positivo nei confronti della bambola, mostrando empatia e affetto nei suoi confronti. Se la prima risposta è favorevole, si può allora valutare di stabilire un programma terapeutico, confrontandosi con l’èquipe e gli operatori che si occupano del paziente.

 

La bambola viene proposta in momenti specifici della giornata, diventando quindi parte della routine dell’anziano: attenzione a non somministrazione troppo frequente: l’anziano potrebbe rifiutarla e ridurne l’interesse”, oppure una somministrazione troppo prolungata potrebbe sfociare in episodi di ansia o attaccamento patologico.

 

L’operatore deve sempre separare la bambola dall’anziano con gentilezza, simulando episodi come ad esempio la necessità di lavare e cambiare la bambola, oppure il bisogno di metterla a dormire ecc.

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